INVECE DELLA MONTAGNA
Bora rabbiosa, oggi. Dovevo andare in montagna, ma i casi della vita mi hanno trattenuto in questa città artica, ancora imbiancata dalla nevicata di ieri.
Dunque, un breve post inconsueto: insalata di pollo della Cecchi.
E’ una ricetta, ebbene sì. Ma una ricetta particolare, col profumo dello zenzero e della lentezza, che oggi ha dato luce alla mia giornata.
Quindi, partiamo. E’ un piatto povero, quindi vanno bene le parti meno pregiate del pollo, magari quelle che i supermercati, in cupi tempi di recessione, mettono in offerta sempre più spesso. Per fare economia, sarebbero ideali le alette, che però sgusciano tra le mani come anguille quando tenti di togliere loro la pelle, che renderebbe il brodo troppo grasso. Diciamo allora cosce o sovracosce, che sono più tranquille e si lasciano svestire. Per quattro bastano 3 o quattro pezzi, da spellare e sgrassare con cura. Metto il pollo a bollire con una foglia d’alloro, sedano e mezza cipolla. A parte faccio lessare due grosse patate, due carote sbucciate e rassodo due uova. In una terrina metto olive nere senza nocciolo (a me piacciono le greche kalamata) e qualche cappero sottaceto. Si può aggiungere un po’ di tonno sott’olio (basta una scatoletta da 80 gr), ma è meglio non fare pasticci e semplificare gli ingredienti per dar spazio ai sapori.
Quando il pollo, le verdure e le uova sono cotti, vanno ridotti a listerelle il primo, e a cubetti e rondelle le seconde. Si amalgama il tutto e si condisce con sale e olio e.v.o. e una bella grattugiata di zenzero fresco, che dà un tocco di esotismo a questa semplice insalata. Diluisco poi qualche cucchiaio di maionese (anche quella industriale va bene per questo scopo) con jogurt e qualche cucchiaiata del brodo di pollo, che la rende più fluida e abbatte l’apporto di grassi.
Morale della storia: un secondo davvero gradevole per 4 persone che costa complessivamente meno di cinque euro, comprensivo di un primo a base di brodo di pollo, in cui cuocere una stracciatella o qualsiasi altra pastina a scelta, perfetto per i momenti in cui le risorse ormai agli sgoccioli.
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