martedì 26 gennaio 2010

1 gennaio 2010

“Capodanno ‘arround’ Gorizia”






Ancora una cupa e nebbiosa giornata di scirocco, afflitta dai postumi di un inutile S. Silvestro. Non ha senso alzarsi presto, bisogna solo sperare in una tregua delle insistenti pioviggini per poter sperare di alzare il culo dal divano e fare due passi.
La tregua arriva nel primo pomeriggio, complice l’inaspettata assenza di Nico, partito per un allenamento festivo con pranzo di squadra annesso. Sono libera di partire e di scegliere la meta, fatto che da solo mi mette di buon umore.
Manco da un bel po’ di tempo dal Monte Santo, a cui preferisco sempre il Sabotino quando ci sono solo un paio d’ore di tempo, ed è lì che decido di andare, in questa giornata che non lascia spazio a clamori di alcun genere. Quando poi mi alzo di qualche centinaio di metri fino alla gostilna Skalnica, sono ormai affogata dentro le nuvole.
Tutto è grigio e i pochi metri percorsi sull’asfalto mi inquietano, perché le auto non mi vedono, vestita di nero come sono, e non vedo l’ora di entrare nel bosco.
Su per i lunghi traversi del fianco meridionale del monte c’è solo umidità che bagna i capelli e stracci di nuvole ovattate sui magri arbusti che stillano umidità. Il mondo è invisibile, ma odora di bosco bagnato e fa caldo, fino a farmi togliere gli strati ad uno ad uno e rimanere in canottiera a sbuffare.
Quando la salita si fa più decisa, compare una palla di luce liquida e bianca e, in un attimo, mi trovo oltre le nuvole. Il solco del fiume è affogato da una spessa coltre grigia e solo la cresta del Sabotino si lascia vedere, mentre il cielo è un mare di cumuli gonfi di pioggia. Per un attimo, lame di luce plumbea attraversano le nubi per accendere le gocce di pioggia che imperlano i rami.
Il cuore batte forte per la salita e per una rapida emozione, che dura il tempo di un tornante. Poi tutto torna immobile e ovattato. Solo lo scampanio della messa di Capodanno rivela l’arrivo al santuario, gremito di fedeli. Dentro la chiesa affollata c’è una cupa penombra e un “vero” presepe con cascatelle e stagni di alluminio, pastori sbalorditi dal prodigio e tenere luci soffuse.
Vado a bermi un’aranciata tiepida e dolciastra nella vicina gostilna, che odora di pesce e del ricordo del cenone di Capodanno, tra silenziosi avventori e camerieri esausti.
Mentre avanza un crepuscolo anticipato, attraverso di nuovo il santuario sgraziato, troppo imponente e pretenzioso per questa cima scabra di duri calcari carsici, e poi scendo per un nuovo sentiero solitario, con lo sguardo incollato a terra per non scivolare sulle viscide pietre consunte.
Arrivo alla Skalnica dentro una fitta nebbia e ad un passo dalla notte, bucata solo da fari lattiginosi.


PARTENZA


Da Gorizia si entra in Solvenia dal Valico di Casa Rossa, seguendo poi le indicazioni per Bovec e Tolmin. Ormai fuori dal centro di Nova Gorica, si raggiunge un incrocio in corrispondenza del ponte sul fiume Isonzo. Trascurate le direzioni per Bovec, Tolmin e Goriska Brda, si prende la strada a destra per Sveta Gora (la nostra meta) e Lokve. Si sale con curve e tornanti fino ad una trattoria (Gostilna Skalnica) con un ampio parcheggio a destra, dove si lascia l’auto. Si prende poi la strada asfaltata in direzione di Sveta Gora (Monte Santo) e la si percorre fino alla prima croce della Via Crucis (m. 360), dove si prende a sinistra un evidente sentiero segnalato.


PERCORSO


Il sentiero, trascurata una prima deviazione a destra, attraversa lungamente e in moderata salita il versante sud del monte, fino ad un bivio segnalato, dove si prende la direzione a destra. Ora si sale con svolte e maggior pendenza per altri 200 metri di dislivello, fino a sbucare di nuovo sulla strada asfaltata. Proprio di fronte ha inizio la scalinata finale che conduce in breve al santuario a quota 681. Per la discesa, si può ripercorrere lo stesso sentiero o prendere la strada asfaltata (3 km) se, per qualche ragione, non si vuole camminare nel bosco.


CONSIDERAZIONI


Che dire: sono solo 320 metri di dislivello, poco più di una passeggiata e, personalmente, il santuario non mi ispira grande simpatia: è troppo grande, sgraziato e manca di atmosfera. Ma ha una lunga storia, la vista sul versante nord del Sabotino e sulle montagne a settentrione è grandiosa e le vestigia della 1^ Guerra mondiale sono numerose e, per gli appassionati del genere, interessanti. Insomma, perché no? Tra le escursioni “arround” Gorizia, non è la mia favorita ma non c’è ragione per non andarci, di tanto in tanto, magari completando l’escursione con il vicino Vodice.

Nessun commento:

Posta un commento