A ZONZO PER LA FORESTA DI TRNOVO
Arriva finalmente la prima bella giornata, dopo tanta pioggia e cupi tempi sciroccali. Nel frattempo ho divorato la costosissima guida sulla selva di Trnovo, che offre una vasta scelta di itinerari in questa incantevole foresta a due passi da casa e che ancora non conosco come merita.
Progetto un’uscita con Cassandra, affamata di solitudine e di camminate nei boschi, e il neo – montanaro Nicola, che deve testare le sue pedule nuove di pacca.
Mattinata gelida e tersa, che invita al cammino. Alle 10 e 30, dopo un robustissimo brunch, siamo pronti a partire per questo nuovo percorso sull’altopiano carsico.
La neve fa presto la sua comparsa e scintilla sotto il sole del mattino. In paese troviamo ghiaccio al suolo e scarse informazioni, che cerchiamo di raccogliere dove possiamo, visto che la guida è avara di indicazioni precise. Prendiamo uno sterrato che pare essere quello giusto e ci godiamo il silenzio del bosco innevato, rotto solo dal crepitio degli scarponi sul suolo gelato.
La neve ha appena coperto il terreno con pochi centimetri di candore, ma gli alberi e gli arbusti sono disegnati di bianco e il sole fa brillare i cristalli di neve che turbinano in aria a ogni folata di vento e volteggiano luccicando.
Bivi e trivi si susseguono senza un’indicazione e senza possibilità di orientarsi con la scarna cartina disegnata sulla guida. Poco male, visto che il paesaggio piace a tutti e il percorso non è mai troppo faticoso, con modesti saliscendi nel bosco.
Dopo un’oretta di placido cammino ci ritroviamo a Trnovo, senza aver trovato traccia del belvedere Sekulak e dell’arco di roccia e io incasso la prima sconfitta della giornata, mentre i miei compagni di cammino non sembrano delusi dal fallimento e apprezzano invece un bicchiere di the caldo e una sigaretta. Manca ancora la salita al Kuk, che potrebbe compensare il non aver centrato il primo obiettivo e raggiungiamo in auto la partenza del sentiero nella placida frazione di Rijavci.
Ancora incertezze sul percorso, ma il cielo terso e la luce potente di mezzogiorno fanno splendere l’altopiano innevato e a nessuno importa un granchè. Il sentiero corre tra muri a secco e sotto una galleria di rami imbiancati, che basta sfiorare per far scendere una leggera nevicata incongrua, sotto questo cielo di smalto.
Poi entriamo nel fitto bosco di faggi, seguendo le impronte di chi ci ha preceduto. Con un lunghissimo, ozioso anello circumnavighiamo il monte senza trovarne l’accesso e infine sbuchiamo sull’asfalto, poco sopra a Rijavci.
Luce, tepore del sole e incontri umani: siamo tornati nel mondo senza raggiungere neppure il secondo obiettivo. Poco importa: il balcone che ci si apre davanti offre un bagliore liquido in direzione dell’Adriatico con il cielo punteggiato di parapendii, mentre le Giulie sono una distesa a perdita d’occhio di bianchi denti frastagliati. Gli stomaci brontolano e nasce l’idea di berci una birra e mangiare assieme qualcosa. La Zogica è affollata, anche se sono le tre del pomeriggio.
Torniamo a casa che fa quasi buio, cotti di stanchezza e frastornati dalla luce e dal bianco abbagliante della neve.
Sto scrivendo, il giorno dopo l’uscita, al calduccio del mio studio, mentre fuori ha iniziato a nevicare debolmente. Faccio fatica a trovare le parole e a reimmergermi nella magica atmosfera della foresta innevata di ieri.
Faccio fatica perché non ero da sola e in compagnia i sensi e la mente si distaccano dalla contemplazione. Si chiacchiera, ci si preoccupa inevitabilmente del benessere altrui; tutte nobili occupazioni, ma che distraggono dal vivere il cammino come merita.
Non c’è soluzione: cerchi di trasmettere la passione per il viaggio e la natura a quelli che ami, ma poi la condivisione costa fatica ed esige il tributo della rinuncia.
PARTENZA
Da Gorizia si entra in Slovenia dal Valico di Casa Rossa, seguendo poi le indicazioni per Bovec e Tolmin. Ormai fuori dal centro di Nova Gorica, si raggiunge un incrocio in corrispondenza del ponte sul fiume Isonzo. Trascurate le direzioni per Bovec, Tolmin e Goriska Brda, si prende la strada a destra per Sveta Gora e Lokve. In corrispondenza della trattoria (Gostilna) Skalnica bisogna proseguire diritti in direzione Lokve. Si raggiunge dopo qualche chilometro la località di Trnovo, tipica borgata del Carso montano.
ESCURSIONE
Non crederete davvero che, dopo aver fallito entrambe le mete dell’escursione, mi possa sognare di darvi qualche indicazione!
Dal paese partono numerosi sterrati che consentono belle passeggiate nei dintorni: giornata libera, quindi, come nei viaggi organizzati. I boschi e le radure della zona sono incantevoli, come pure la frazione di Rijavci, che si raggiunge per la strada asfaltata (cartello) che si stacca a destra del centro del paese.
Sappiate solo che, se non si conosce bene la zona, le curate strade forestali dai tracciati pressoché infiniti sembrano tutte uguali e mancano di punti precisi di riferimento, trovandosi sempre all’interno dei fitti boschi dell’altopiano. Allontanandosi troppo senza cartina e precise indicazioni, il rischio di perdersi non è remoto.
Ma la foresta di Trnovo rimane un luogo magico in ogni stagione: io la amo senza riserve e mi fa una rabbia non conoscerla così bene come merita! Ma conto di rimediare, magari a furia di errori, com’è capitato stavolta!
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